Sento spesso usare l’espressione “educare il consumatore”. Anzi, sono certo di averla adoperata anch’io, eppure da un po’ mi sembra così grigia. Trasmette una sensazione di pedagogia applicata a delle masse informi, collegate in qualche modo a un’intelligenza centrale che si arroga il diritto di sapere cos’è buono o cattivo per il mondo. Ecco, c’è effettivamente anche un pungente odore di paternalismo in tutto ciò.
Credo che sia possibile oggi puntare a un obiettivo più alto, quello di “mettere a disposizione la conoscenza”. Quando, per motivi prettamente burocratici, mi trovo a dovere inserire in una qualche categoria la nostra azienda finisco spesso con scorrere senza successo l’elenco delle possibilità offerte.
Tra le tante categorie che mi si parano davanti agli occhi non trovo mai quella giusta perché per me Good Senses è innanzitutto una knowledge company: una società che crede nella conoscenza come leva per cambiare il mondo in cui viviamo.
Il principio di tutto è conoscere, da ciò deriva la possibilità di scegliere e da qui l’opportunità di provare a migliorare la propria condizione. Noi non abbiamo intenzione di educare nessuno, vogliamo solo provare a essere dei creatori e dei distributori di conoscenza.
Comments